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Quale sviluppo per la provincia di grosseto? La risposta nella ricerca del Sant'Anna

Data pubblicazione: 05.06.2009
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Lo studio sul futuro del territorio maremmano è stato presentato il 4 giugno nel Palazzo della Provincia a Grosseto alla presenza del Presidente della Regione Toscana Cluadio Martini.
La ricerca multidisciplinare su "Quale sviluppo ci attende?" è stata affidata dalla Provincia alla Scuola Superiore Sant'Anna e la risposta è puntare sulle nuove tecnologie utilizzando l'high tech per far crescere le vocazioni naturali di ciascun territorio e connettersi così all'economia globale.

È toccato a Nicola Bellini, professore di economia del Sant'Anna, definire il quadro. «Innanzitutto, conviene ragionare sul concetto di discontinuità - ha riferito il docente - nata dall’immagine del territorio maremmano come struttura periferica in senso positivo e non più definita come concezione negativa, perché la Provincia, infatti, può ricevere un vantaggio dal non essere accentrata e può resistere meglio alla crisi in quanto ente connesso e non principale».
«Un dato su cui riflettere è il richiamo alla cosiddetta economia della conoscenza, che deve investire sul capitale umano, sulle persone - ha concluso Bellini - creando centri di aggregazione, perché la sfida è quella di trasformare la provincia in un’attrazione». Dal testo si evincono gli effetti che tale strategia comporterebbe allo sviluppo economico: al primo posto stanno le persone - tecnici, laureati, turisti - che coinvolgono l’interesse delle imprese che, in questo modo, si sviluppano e progrediscono.

«Oggi non funzionano molti lati dell’economia locale, Grosseto si trova al penultimo posto delle classifiche stilate per alcuni parametri di valutazione - ha affermato Gianfranco Elia, esperto di socio-urbanistica e direttore dell’indagine che ha condotto alla stesura del volume - una ricerca come questa dovrebbe essere approfondita da vari dibattiti per far emergere dati e parametri utili per le scelte politico-amministrative».
«La tecnica deve fornire gli elementi sui quali operare - attraverso sondaggi, analisi e ricerche - alla politica che deve, in seguito, effettuare delle scelte, rispettando gli interessi della popolazione, che restano primari».

Enrico Bonari, professore di Agronomia del Sant'Anna, ha invece evidenziato le difficoltà che il tessuto produttivo locale registra nell’imporsi sul mercato.
«Il lavoro messo in risalto nella documentazione fa capire la necessità di sbocchi produttivi adeguati per le aziende maremmane - ha sottolineato - incapaci di realizzare ritorni economici sufficienti e non in grado di competere a livello nazionale. Agricoltura costiera e quella collinare sono diverse e richiedono mezzi e prodotti differenti, per questo conviene agire attraverso ricerca, formazione ed innovazione per rispettare le differenti caratteristiche intrinseche del territorio».